#6 | ABITANTI
Gatto nero, gatto bianco
Gatto nero, gatto bianco
M. è un papà, cammina lentamente per la piazza con una piccola bicicletta sulla spalla. È seguito dalla sua compagna e dai due figli: quello di 13 anni scorrazza in bicicletta mentre la più piccola gli corre dietro qua e là. Si fermano incuriositi davanti all’edicola, Lui ci chiede che film stiamo proiettando. Gli diciamo che è la storia della pittrice Frida Khalo, e che questo è il nostro Piccolo cinema di Portineria. Poi aggiungiamo che, se a loro interessa, il pomeriggio facciamo molte attività per i bambini, dall’aiuto compiti ai laboratori creativi, fino allo studio dell’inglese. Rimane in silenzio, come se stesse pensando, poi d’improvviso spalanca la bocca e sorride con i denti. Cambia il modo in cui ci guarda e diventa un fiume di parole.
Dice che porterà entrambi i figli perché ne hanno davvero bisogno, sono indietro con tutto e non sanno proprio da dove cominciare per aiutarli. La piccola Beatrice ha 7 anni e gli occhi furbissimi, ha una marea di compiti da fare, dice sua mamma. Ci fa vedere le foto su telefono delle pagine: “Le insegnanti ci hanno mandato pagine su pagine di compiti su whatsapp. Doveva arrivare un tablet…” Non prosegue, così non capiamo se non è mai arrivato o non sono riusciti ad usarlo. Così che durante la “chiusura” la bimba non ha seguito nessun tipo di lezione online. Il papà ci ringrazia per cosa stiamo facendo in piazza. Mentre se ne va domanda se abbiamo già dato “Gatto nero, gatto bianco” di Kusturica, diciamo di no, ma che è un ottimo suggerimento per il futuro.
– Il fratello della mia compagna vive a Roma e fa il regista, ha scritto un libro proprio su questo film e la cultura gitana. Sono una famiglia rom vissuta prima a Roma, poi trasferitasi a Torino nel campo di Via Germagnano, ma quella vita non la riuscivano più a fare, perché il campo stava diventando pericoloso per i ragazzi. Dopo l’ennesimo incendio hanno deciso di andarsene, il comune gli ha assegnato una casa a Porta Palazzo e si stanno ambientando a vivere qui.
– Allora da lunedì portiamo i ragazzi a fare i compiti?
– Certo, li aspettiamo nella piazza dei bambini e delle bambine.
– Se li vedete distrarsi sgridateli, non sono più abituati, sono mesi che stanno a casa.
– Non si preoccupi.
– E speriamo che a settembre possano tornare a scuola
– C’è lo auguriamo tutti davvero.